domenica 4 dicembre 2016

L'OPEC ed il prezzo del petrolio

Il recente accordo dell'OPEC di tagliare la produzione di petrolio per farne salire il prezzo, ha avuto nell'immediato l'effetto desiderato facendo risalire il prezzo del petrolio su livelli intorno ai 50$ al barile. I Paesi produttori sperano anche di vedere il prezzo risalire verso i 60 / 70 $ al barile.
Io credo che queste speranze saranno disattese e che il prezzo del petrolio difficilmente salirà sopra i 50$ al barile se non per brevi periodi di tempo. Infatti credo che il livello dei 50$ è il massimo possibile nel medio termine e che nel lungo termine il prezzo è destinato a scendere, qualunque cosa faccia l'OPEC.

Il crollo del prezzo del petrolio negli ultimi due anni è stato la conseguenza della produzione USA di " shale oil" che ha fatto risalire la quota di mercato degli USA. L'Arabia Saudita, che ha costi di estrazione estremamente bassi, ha risposto mantenendo alti livelli di produzione per salvare la sua quota di mercato mondiale e per far crollare i prezzi in modo di forzare il fallimento di molti  produttori di " shale oil ".
Infatti i prezzi sono scesi notevolmente forzando la chiusura di molti pozzi di shale oil, ma creando anche forti problemi di bilancio statale ai Paesi produttori meno efficienti ( come il Venezuela ) ma anche a tutti gli altri produttori mondiali.

Purtroppo per l'Arabia Saudita, e per fortuna per il nostro Pianeta e per l'Umanità, il prezzo del petrolio non salira' sopra i 50$ al barile e la produzione sarà' costretta a continuare a calare anche a prezzi più' bassi per le seguenti ragioni: 
  1. I produttori di shale oil hanno imparato a ridurre i costi e a 50$ al barile fanno buoni profitti, per cui se il prezzo sale sopra I 50 $ aumenta la produzione di shale oil facendo calare i prezzi.
  2. L'efficienza energetica del PIL mondiale si aggira intorno ad 1.5% mentre la crescita mondiale del PIL si aggira mediamente sul 3.5%: il che vuol dire che  negli anni recenti la domanda di "energia " mondiale ( nel complesso di tutte le fonti primarie e cioè': fossili, rinnovabili e nucleare ) è cresciuta mediamente del 2%. Tuttavia l'efficienza energetica del PIL continua ad aumentare per tutte le misure di risparmio ed efficienza energetica in atto. Parallelamente  si riduce l'aumento della domanda.
  3. La crescita delle rinnovabili, spinta dai progressi tecnologici e dalla conseguente riduzione dei costi, continua senza soste ( anche in regime di prezzi bassi dei fossili ). Questa crescita è' inarrestabile -sia per la riduzione dei costi che per gli impatti ambientali dei combustibili fossili, compresi milioni di morti nel mondo ogni anno per l'inquinamento e gli effetti crescenti e devastanti del global warming. Ne consegue che nel mix energetico, le fonti rinnovabili continuano a crescere a scapito dei fossili e del nucleare. Un aumento dei prezzi del petrolio accelera le misure di efficienza energetica e la crescita delle rinnovabili a scapito della domanda di combustibili fossili, incluso il petrolio.
  4. La sensibilità sui disastri collaterali dei combustibili fossili ( milioni di morti per inquinamento e global warming ) va crescendo in tutto il mondo garzie alla presa di coscienza di molti paesi ( vedi accodo di Parigi alla COP 21 ), alla esortazione di un numero crescente di personaggi autorevoli ( primo fra tutti Papa Francesco ), alla sensibilità di un numero crescente di società multinazionali -( ricordo con orgoglio che la ST fu una delle prime società al mondo a creare il suo "Decalogo ecologico " nel 1995 con l'obiettivo di neutralità ambientale per il 2012 -- target poi non perseguito dopo che io andai in pensione a fine 2004 ),  e sopratutto alla diffusione di una sensibilità ambientale e conseguenti comportamenti virtuosi di centinaia di milioni di cittadini nel mondo. Tutto questo contribuisce al calo della domanda di combustibili fossili nonostante il supporto che questi ricevono spesso da Governi condizionati dalle lobbies dei combustibili fossili. 
  5. L' esplosione delle auto elettriche  rivoluzionerà il trasporto su gomma. Io credo che tutto il settore dei trasporti ( che assorbe oltre un terzo di tutta la produzione mondiale di petrolio ), cambierà profondamente nei prossimi 20 anni: la crescita del car-sharing nelle grandi città, la crescita del trasporto pubblico su ferro in tutto il mondo, la crescita enorme delle  auto elettriche, ed infine l'arrivo dell'auto senza guidatore, faranno calare le immatricolazioni annue di auto, e passare rapidamente all'elettrico per le immatricolazioni nuove. All'orizonte 2040 il petrolio consumato nei trasporti sarà una piccolissima frazione di quello attuale, accelerandone la morte.
  6. Se infine si cominceranno a generare azioni collettive ( "class-actions ") prima contro I governi che sostengono con Miliardi di dollari di sussidi nel mondo I combustibili fossili ( pochi cittadini sanno che nel mondo i  sussidi governativi ai combustibili fossili sono 4 volte piu alti di quelli alle rinnovabili ); ed azioni legali di associazioni civili per " morte di massa" a causa dell'inquinamento contro  le societa' energetiche dei fossili -- allora la morte dei fossili avverra' molto presto.
            In conclusione io credo che abbiamo raggiunto il " peak-oil ", cioè il punto di massima produzione di petrolio e che la sua inesorabile discesa verso la sua fine è irreversibile.
            Sta a noi cittadini responsabili, sia coi nostri comportamenti virtuosi che con le nostre azioni di orientamento dei nostri politici, accelerare questo processo nell'interesse del del nostro Paese, del nostro unico Pianeta, e della qualità della vita sia per noi che per le generazioni future.

            P.S. Come bonus aggiuntivo, la fine del petrolio segnerà anche la fine del fondamentalismo islamico che trae proprio dal petrolio le sue fonti di finanziamento
            per i suoi fini terroristici.

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